Una proposta…

Bata - Via Roma - Acri

Una breve lettera, nella quale si chiede chi sia l’autore della pubblicazione in versi La vita campestre, mi spinge a scrivere questo “pezzo”. L’autore, che non appare, come si vede nella copia inviatami, è l’acritano Pietro Giannone. Padula lo definisce prima stella del Parnaso acrese, ma ad Acri nessuno ne ricerca le opere, nessuno lo studia. Allora è bene fare alcune precisazioni.

Il peggior sordo è quello che non vuole udire – è un luogo comune, ma nella realtà ha in sé qualcosa di profondo, come dimostrano i tanti fatti.

Personalmente ho dovuto constatarlo spesso e, per rompere la voluta sordità, ce n’è voluto.

Alla fine? Chi s’identificava in quel sordo l’ho visto dichiararsi padre della realizzazione e, spudoratamente, salire sui palchi per affermarlo.

Esempi? Il salvataggio e riordino del patrimonio archivistico comunale e la realizzazione del Centro Studi “V. Padula”.

Una prova? I verbali delle sedute consiliari.

Una continua e ripetuta proposta rimasta finora inascoltata è relativa alla raccolta di quanto è stato pubblicato da autori acritani.

Ogni volta, alla mia proposta, si è risposto: “Ottima proposta… Fallo”.

Bene! Anzi male! Come al solito avrei dovuto fare il tutto a spese mie, senza aiuto alcuno nel raccogliere il vastissimo materiale.

Risultato? Tutto, ogni volta, è finito lì, per ovvi motivi.

I “sordi” del momento non si rendono conto della gran mole di lavoro necessario, perché ignorano la vastità del fenomeno da me documentato fin dal 1500.

Tutto è l’idea d’un folle?

A proposito devo far presente che sono un appartenente al Club dei Folli. I lettori devono sapere che il mio fraterno amico prof. Renato Guzzardi ha elaborato una interessante teoria, frutto dell’osservazione e dello studio minuzioso sulla società. Quest’ultima è composta dai “normali”, alla cui sinistra sono i patologici, quelli che questi dicono “pazzi”, alla destra sono quelli che, per distinguerli da loro, dicono diversi, perché diversi da loro “normali” e li dicono folli. Quest’ultimi sono diversi in cosa? Eccovi in cosa: non rientrano nella norma e sono i creativi: gli artisti, gli scrittori, gli scienziati e quanti, per questa loro “follia” hanno reso possibile il progresso sotto tutti i punti di vista. Ecco i folli!

L’esser ritenuto folle, perciò, non è di tutti. Succede che i “normali”, per esser tali, spesso non sono capaci di comprendere e capire quanto si crea e quanto si propone.

Torniamo al nostro assunto, che va visto in quest’ottica,

A cosa servirebbe la “raccolta”, che mi sono affannato invano a proporre?

Un esempio. Il noto critico letterario Gennaro Savarese (docente dell’Università La Sapienza di Roma, presidente d’una commissione che mi dava un premio), sentendo che ero di Acri, mi disse che sarebbe venuto in detto paese per rintracciare le opere d’un Acritano, per stenderne un suo studio critico. Pensava di rintracciare tutto nella Biblioteca civica e nella Fondazione “Padula”, dovetti disilluderlo.

Quanti studenti, inoltre, potrebbero trovare in quella “raccolta” materia per tesine e tesi?

Quanti studiosi potrebbero trovare materia per le loro ricerche?

Tutto questo, non ditelo sottovoce o dietro le spalle, è frutto di un Folle dichiarato, perché socio di quel Club più su citato.

Capisco, Tutto resterà fermo finché un “normale” non dirà d’aver partorito un’idea prodigiosa: la raccolta di inediti ed editi di autori, che hanno reso celebre Acri nel campo letterario e scientifico.

Giuseppe Abbruzzo

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